di Andrea Festa.
Il tema non è dei più semplici. È vero che in qualche caso, il “sacrificio” del frontman o comunque di un componente importante di una band ha causato l’esplosione virtuosa della stessa, che ha guadagnato ascoltatori ma non è secondo alcuni stata più la stessa?
Vengono in mente i Pink Floyd (Syd Barrett), ovviamente gli AC/DC (Bon Scott), i Genesis (Peter Gabriel). Naturalmente il sacrificio, tranne che nel caso di Bon Scott, è incruento nella forma, forse non nella sostanza di cui la musica è fatta.
I Pink Floyd composero il brano su Syd Barrett Shine On You Crazy Diamond (S-O-Y-C-D: ove S-Y-D è chiaramente il nome del vecchio leader della band, e le restanti O-C posson forse far riferimento al disturbo Ossessivo-Compulsivo). Barrett che tra l’altro, secondo leggenda, visitò gli studi di registrazione dove i suoi ex compagni stavano incidendo l’album a lui ispirato, Wish You Were Here, e quelli non lo riconobbero, imbolsito e calvo com’era diventato (non vuol evidentemente essere un giudizio di valore, riporto solo la storia).
Gli AC/DC, dal canto loro, hanno barattato la grandezza assoluta e il look minimale degli esordi, assai adatto alla loro musica, con la vocazione al gigantismo scenografico che li ha sì proiettati nell’Olimpo del rock dai tempi di Back in Black, ma ha fatto un po’ perder loro la strada maestra, l’Highway to Hell.”
I Genesis a detta di moltissimi hanno composto i più bei brani con Peter Gabriel, ma hanno rilanciato la loro immagine quando, dopo The Lamb Lies Down on Broadway, il geniale frontman e cantante del gruppo decise di lasciarlo, lasciandoli con un rimpiazzo da trovare, e scelsero il batterista del gruppo, tale Phil Collins…
Il valore del sacrificio, va detto, non si è verificato pienamente con la morte di Ian Curtis (Joy Division), anche se dalla sua fine sono germinati i semi dei New Order, e non si è verificato per nulla, lo ammetto, per Kurt Cobain (Nirvana, anche considerando i Foo Fighters), Jim Morrison (The Doors); Dolores O’Riordan (The Cranberries), Freddie Mercury (Queen): ma perché la straordinaria personalità dei suddetti giganteggiava nei gruppi dei quali facevano parte, che li rendeva indispensabili all’economia generale delle rispettive band.
Qualche osservazione, un po’ complottista. Vi sono degli incroci con il Club dei 27, il sulfureo gruppo di musicisti morti a 27 anni e che avrebbero ceduto l’anima, secondo una teoria, per il successo.
27=3x3x3, ove i tre 3 (333) rappresentano un’irrisione alla Trinità1 e moltiplicati per 2 – che è il numero del diavolo: perché sono due – danno 666, che non ha bisogno di troppe spiegazioni. Le x della moltiplicazione sono invece un’allusione al crocicchio o incrocio (x) ove il chitarrista e cantante Robert Johnson, il primo del Club dei 27, avrebbe incontrato il diavolo e stretto il patto con lui. Il segno di uguale (=) sta per l’autostrada (“You may bury my body down by the highway side” cantava in Me and the Devil Blues”2 – in tema si veda ancora una volta la celebre Highway to Hell degli AC/DC che a sua volta è la parodia di quella Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, altro gruppo vicino a tematiche occulte). D’altra parte si conoscono solo tre fotografie di Johnson: il diavolo gioca con i numeri.
Io non sto dicendo che tutto ciò sia vero, anzi verosimilmente non lo è – con ogni probabilità i musicisti del “Club” sono stati vittime dei loro demoni interiori -: però è suggestivo (come lo era, in tema, la “vecchia” pellicola Angel Heart con M. Rourke), e non è da escludersi che qualcuno si sia fatto o si possa far suggestionare3. Non è mia intenzione alimentare teorie numerologiche/onomanzie e follie varie, ma d’altra parte il regista B. De Palma diceva (vado a memoria) “Se una persona esce pazza dalla sala cinematografica dopo aver visto un mio film, era già pazza prima”.
(L’immagine è mia)
1 Ne parlano nel buon film The Exorcism of Emily Rose di S. Derrickson;
2 Fonte: Wikipedia italiana, voce Club 27;
3 [SPOILER] È ovviamente il tema del romanzo Il pendolo di Foucault di U. Eco, che può a sua volta esser visto come una complicata allegoria delle religioni e, particolarmente, del Cristianesimo.