di Andrea Festa.

“Unguento unguento/portami al noce di Benevento/sopra l’acqua e sopra il vento/e sopra ogni altro maltempo”1

Abbiamo ricevuto in dono una bottiglia di giallo Liquore Strega.

Che, vien ricordato, viene prodotto a Benevento, ove – sotto il cui celebre immenso noce – si riunivano, in continuità col precedente (?) culto di Wotan/Odino, appunto le streghe nei sabba. Il retro della bottiglia porta in rilievo un’immagine di una fattucchiera.

Ma basta girarla per trovarci, oltre alla maliarda in chiaro sull’etichetta in campo dorato, il noce, le danzanti sue sorelle maghe e finanche dei satiri, un Sol Invictus, ancora in rilievo sul vetro. Il che ci porta al culto solare introdotto a Roma dall’imperatore/imperatrice Eliogabalo (morto/a nel 222, un chiaro riferimento alla duplicità sole/luna, luce/ombra, bene/male). El-Gabal: ovviamente la Cabala del libro Il pendolo di Foucault di U. Eco (diviso in dieci capitoli, ognuno col nome d’una delle sephiroth dell’albero mistico): ma ci torneremo dopo, e a ragion veduta.

Il Liquore vien prodotto vicino alla stazione ferroviaria locale; vincitore del premio letterario Strega nel 2010 è stato Canale Mussolini di A. Pennacchi; e c’è l’immancabile scopa di saggina raffigurata sulla bottiglia (cfr. La scopa del sistema di D. F. Wallace): che c’azzeccano l’una con l’altra? Son tutte cose che portano via…

Ma proposito di quell’autoritarismo secolare funesto, appena ricordato, vincitore del 2019 è il libro di A. Scurati M. Il figlio del secolo che è poi la versione triste del Figlio dell’uomo di evangelica memoria.

Ma qui si parla di sulfuree agitazioni, liquori/unguenti, solve et coagula…

Ancora a proposito della scopa di saggina – ricorda il lungo bastono2 di Akhenaton su cui il faraone era costretto, pur relativamente in giovane età, a poggiarsi: altro simbolo esoterico potente, la magia dell’Antico Egitto e, ancora un simbolo solare: il disco di Aton, con l’eresia del maledetto governante del Paese del Nilo, marito di Nefertiti, benché forse lui stesso non di sesso maschile secondo alcune teorie (come poi il già ricordato Eliogabalo dall’identità di genere fluida), e destinatario di una potente damnatio memoriae tanto che Manetone non lo cita nei suoi annali.

Ma anche degli anni 80 nella pubblicità, che qualcuno pur ricorderà, di Tommaso la scopa ficcanaso

che rimanda direttamente all’(apocrifo, di matrice gnostica) Libro dell’atleta Tommaso, fratello gemello di Gesù. Il doppio esoterico. Le due vite di E. Trevi vincitrici dell’ultimo premio Strega (2021).

R. Guénon e fors’anche J. Evola ci avrebbero costruito delle teorie nell’ambito del pensiero tradizionale e magico. L. F. Céline ne avrebbe tratto un romanzo, il suo Viaggio anch’esso portatore, per definizione, di moto a luogo. Altri luoghi, altri paradigmi. Come quello di M. Eliade in Un’altra giovinezza (1976), mirabilmente trasposto nell’omonimo film di F. F. Coppola, che è poi la storia di una ricerca della pietra filosofale che il protagonista, sostanzialmente, incarna in se stesso: lui è la pietra angolare degli alchemici lavori – che tradizionalmente iniziano all’alba e terminano a mezzogiorno, quando il sole è più alto (a proposito: il primo racconto di Eliade, scritto a 14 anni (2 per 7, e 2007 è l’anno d’uscita del film cui abbiamo appena accennato) si intitola Come ho scoperto la pietra filosofale3).

Il giallo filosofale (la pietra f. è anche di tal tonalità) ci quindi porta al cappello, appunto color limone, indossato talora dal Dalai Lama, col Tibet che è un altro centro di imputazione esoterica (non a caso il mito di Agarthi/Shamballa, secondo H. Blavatsky e suoi seguaci teosofi, è legato al paese himalayano, oggi regione, per via di conquista, della rossa Cina) e alla controversia tra la setta dei “berretti gialli” e i “berretti rossi” nell’ambito del lamaismo, di cui parla anche A. David-Neel. Ma anche al giallo nel senso di mystery secondo la definizione corrente nel nostro Paese dato dalla celebre, omonima collana. E a proposito di collane, viene in mente l’affaire di quella della regina, la madre di tutti gli scandali settecenteschi che vide implicati niente di meno che il trono di Francia e in particolare – appunto – la regina Maria Antonietta, un cardinale, un’attrice e S. e A. Cagliostro, quest’ultimo celebre alchimista, maestro illuminato… non molti anni prima della Rivoluzione che avrebbe fugacemente spazzato via titoli, privilegi, gerarchie, magie e malìe.

* * *

Benché i fatti, le circostanze e le idee riportati sopra siano per quanto a conoscenza di chi scrive esatti, le evocative concatenazioni e connessioni, l’uso strumentale che ne ho tratto e le conclusioni che ho rassegnato, il tutto caratterizzato da un eclettismo apparentemente logico – ma completamente inventato – sono mere stupidaggini.

A costruire una teoria del complotto, una setta, un culto, finanche una religione, ci vuole, ahimè, un attimo. A decostruire, anni, decenni, forse secoli e anche più. Il Liquore Strega è davvero un ottimo liquore, e basta; e il premio letterario con lo stesso nome incorona gli autori più meritevoli.

E ora che l’arcano è svelato, divertiamoci ancora un poco.

È, quello delle folli teorie del complotto, ovviamente il tema [SPOILER!!!] del già ricordato Il pendolo di Foucault di U. Eco.

A proposito, l’eco degli insegnamenti dell’altro Foucault (non R. ma Michel), reverbera nell’incipit del suo Sorvegliare e punire (nel quale trova ampio spazio l’illustrazione del Panopticon di J. Bentham, prigione circolare in cui i carcerati sono costantemente sotto sorveglianza e la cui più recente incarnazione si trova nel film Spider-Man: No Way Home4) tanto quanto ne Il pozzo e il pendolo di E. A. Poe con, rispettivamente, il potere regale e l’inquisizione accomunati dal loro somministrare copiosamente tormenti alla povera gente, barbarie perpetrate per secoli interi, in particolare le cosiddette streghe: qui si potrebbe pur costruire una controteoria del complotto… e a questo punto forse saremmo riusciti a far alzare a E. Flaiano, vincitore della prima edizione (1947) dello Strega con Tempo di uccidere (un manifesto dello shaktismo sacrificale in salsa coloniale?), un interrogativo sopracciglio e forse una risatina sotto i famosi baffi: ma sto, ora e sempre, celiando. E no, non sto parlando ancora di Céline!

Foto mia (particolare della bottiglia classica del Liquore Strega)

1 Vd. Wikipedia versione italiana alla voce Noce di Benevento;

2 Sic. Ivi: www.ugiat-antoniocrasto.it/Articoli/Prime%20conferme%20della%20malattia%20di%20Akhenaton.pdf ;

3 Vd. Wikipedia italiana, voce Mircea Eliade;

4 Concordo con A. Baronci ( www.pointblank.it/recensione-film/jon-watts/spider-man-no-way-home ), credo unica voce ad aver individuato questa circostanza nella pellicola di J. Watts, nelle celle ove i supercriminali sono imprigionati dal Dottor Strange; in cui peraltro [SPOILER!!!] Spider-Man/L’Uomo Ragno/Peter Parker è uno e trino. Ma è annunciato (su Youtube) per l’anno in corso un fan-made film proprio dal suggestivo titolo di Spider-Man: Panopticon.